Il cheratocono è una patologia ectasizzante in cui è presente una ridotta stabilità strutturale della cornea che pertanto favorisce un lento processo di sfiancamento e la conizzazione che caratterizza la malattia. La rigidità strutturale della cornea è fornita dalle fibre di collagene che la compongono a disposizione di lamelle disposte su più strati (circa 300). Tra queste fibre e lamelle si instaurano collegamenti incrociati naturali (cross-linkings) a garantirne l'adesione e la stabilità. Esistono in natura processi che portano ad un fisiologico incremento di tali cross-linking, tra i quali l'invecchiamento ed il diabete.

Risulta pertanto facilmente comprensibile come l'aumento di questi fisiologici cross-linking possa portare ad una incrementata rigidità corneale, tale da potere fermare l'inesorabile processo di evoluzione del cheratocono. La procedura di cross-linking corneale prevede la somministrazione di gocce di collirio a base di vitamina B2 (riboflavina) e destrano ed esposizione ad una sorgente luminosa di raggi UVA (370 nm). Ciò determina la liberazione di radicali liberi di ossigeno che inducono una desaminazione ossidativa del collageno ed una conseguente formazione di nuovi ponti molecolari interfibrillari.

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Curare il Cheratocono con il Laser

A livello ultrastrutturale, è poi stato dimostrato anche un incremento dello spessore delle fibre del collagene stromale con una maggiore resistenza e stabilità biomeccanica.

L'immagine mostra la differenza tra una cornea in cui i cross linking sono pochi e una in cui sono molti: grazie a un maggior numero di collegamenti la cornea risulta più rigida e quindi più stabile.

Inoltre, come conseguenza dell'incrementata rigidità corneale ottenuta in seguito al trattamento, è stato descritto da più autori anche un appiattimento del cono stesso con un sensibile incremento della acuità visiva, sia in termini quantitativi che qualitativi. Il grafico è un estratto di un recente lavoro da parte dell'Università Federale di Rio de Janeiro e dell'Università della California sulla rivista «Cornea» e mostra un significativo aumento della sensibilità al contrasto nei pazienti trattati a confronto di quelli non trattati (Lamy R. et al. Cornea 2012 Sep. 27). Si nota come a partire da due mesi dopo il trattamento la curva della sensibilità al contrasto dei pazienti trattati cresca in maniera lineare con il tempo che passa.